Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha accelerato l’azione contro l’inquinamento da plastica. Al centro di questa strategia c’è la Direttiva SUP (Single Use Plastics), in vigore ufficialmente in Italia dal 2021, ma ancora poco conosciuta da aziende e cittadini.
Vediamo cosa cambia concretamente per il riciclo, quali prodotti sono vietati, e cosa devono fare aziende e privati per adeguarsi, soprattutto in un contesto locale come quello dell’Emilia-Romagna.
Cos’è la Direttiva SUP?
La Direttiva SUP (2019/904/UE) è una legge europea nata per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti in plastica monouso, cioè quegli articoli realizzati interamente o parzialmente in plastica, pensati per essere usati una sola volta e poi gettati.
Questi oggetti rappresentano una quota enorme dei rifiuti marini in Europa, ed è per questo che l’UE ha imposto restrizioni, obblighi e divieti a seconda della categoria.
Prodotti vietati dalla Direttiva SUP
Dal 14 gennaio 2022 in Italia è vietata l’immissione sul mercato dei seguenti articoli in plastica monouso:
- Posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette)
- Piatti in plastica
- Cannucce
- Mescolatori per bevande
- Aste per palloncini
- Contenitori in polistirene espanso per alimenti e bevande
- Tappi e coperchi non fissati al contenitore
⚠️ Attenzione: non basta smaltirli correttamente, questi prodotti non possono più essere venduti.
Prodotti consentiti ma soggetti a nuove regole
Altri articoli in plastica monouso non sono vietati, ma devono rispettare nuovi obblighi, tra cui:
- Etichettatura con indicazioni ambientali obbligatorie (es. per bicchieri, salviette umidificate, filtri per sigarette)
- Obblighi di raccolta differenziata e riciclo (es. bottiglie in PET: obbligo di raccolta separata del 77% entro il 2025)
- Contenuto minimo di plastica riciclata (25% per le bottiglie in PET entro il 2025)
Cosa cambia per il riciclo?
La Direttiva SUP spinge verso un’economia circolare vera e concreta, basata su:
- Maggior qualità dei materiali raccolti: le aziende di raccolta e trattamento, come Reggio Ecologia, devono separare con precisione i flussi (plastica pura vs materiali misti).
- Nuove opportunità per il riciclo dei polimeri “nobili” (PET, HDPE), con incentivi europei.
- Riduzione del rifiuto non riciclabile (come il polistirolo espanso), che prima era destinato quasi esclusivamente all’incenerimento.
Cosa devono fare le aziende?
Se hai un’attività in Emilia-Romagna (bar, catering, ristorazione, commercio), ecco cosa ti conviene fare subito:
- Verifica i tuoi materiali: molti bicchieri e posate “eco” sono in realtà ancora composti da plastica.
- Scegli alternative compostabili certificate (come PLA o materiali naturali).
- Collabora con un’azienda specializzata nella raccolta differenziata dei rifiuti, in grado di garantirti la tracciabilità e il corretto smaltimento.
Il ruolo di Reggio Ecologia
Noi di Reggio Ecologia, attivi nelle province di Reggio Emilia, Modena e Parma, supportiamo le aziende nella transizione ecologica offrendo:
- Raccolta e trattamento dei rifiuti in plastica con tracciabilità documentata
- Consulenza sulla corretta differenziazione dei materiali plastici e compostabili
- Supporto per la riduzione degli imballaggi monouso non conformi
Conclusione
La Direttiva SUP rappresenta una svolta fondamentale nella lotta all’inquinamento da plastica, e anche il riciclo si deve adattare. Saper distinguere i prodotti vietati, scegliere alternative sostenibili e affidarsi a operatori autorizzati per la raccolta è oggi un dovere ambientale e un obbligo normativo.
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